Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

La magnetoterapia rientra nelle cosiddette tecnologie bioelettromagnetiche ed è una tecnica terapeutica non invasiva, molto utilizzata in ambito fisioterapico, che si basa sull’esposizione del corpo ai campi magnetici. Questa terapia fisica strumentale sfrutta le onde magnetiche a bassa (compresa tra i 5 e i 100 Hz) e ad alta frequenza (compresa tra i 18 e i 900 MHz).
Il dosaggio varia a seconda della patologia e dello scopo per cui viene utilizzata: le basse frequenze vengono utilizzate per stimolare l’attività biologica dei tessuti, mentre le alte frequenze a scopo antalgico. La principale applicazione della terapia ne prevede l’utilizzo a seguito di fratture ossee per accelerarne la guarigione, stimolando la formazione del cosiddetto callo osseo, ossia nuovo tessuto osseo. È particolarmente utilizzato nei casi in cui sono presenti una o più di queste condizioni:

  • difetto di consolidazione
  • pseudo-artrosi, ossia l’assenza di consolidazione di una frattura a distanza di circa 6 mesi dall’evento traumatico
  • osteonecrosi, detta anche infartoosseo, è la morte di una porzione del tessuto osseo.

Un altro motivo di ricorso alla magnetoterapia è la riduzione del dolore e dell’edema dei tessuti molli in condizioni di algodistrofia.

La magnetoterapia utilizza uno specifico apparecchio caratterizzato da due magneti che emettono impulsi elettromagnetici, utili per ripolarizzare la membrana cellulare ripristinandone il fisiologico funzionamento. Le onde utilizzate non sono ionizzanti dunque non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti e non rappresentano un rischio biologico per il paziente.

E’considerata una terapia sicura e non invasiva. E’ sconsigliata in alcuni casi specifici, ad esempio per i portatori di pacemaker, donne in gravidanza, malattie neoplasiche.